Il corretto smaltimento delle batterie esauste è una questione di forte rilevanza per quanto riguarda la sostenibilità ambientale. Le batterie contengono sostanze chimiche nocive come piombo, cadmio, mercurio e litio, che possono contaminare il suolo e le acque sotterranee. Non riciclarle seguendo la giusta procedura, quindi, può avere effetti devastanti sul clima e sulla salvaguardia del pianeta.

In questo articolo, Panamar ti spiega proprio qual è il modo corretto di smaltire le batterie esauste per consentirne un corretto riciclo.

Quali sono le categorie di batterie e accumulatori presenti sul mercato?

A seconda del materiale con cui sono composte, le pile si dividono in:

-        Alcaline: si tratta di batterie non ricaricabili che vengono comunemente utilizzate per alimentare telecomandi, mouse senza fili, videoproiettori e altri dispositivi elettronici di uso domestico.

-        Al litio: di durata superiore alle alcaline e, talvolta, ricaricabili. Le batterie al litio si trovano solitamente nei computer portatili, negli smartphone e nei tablet.

-        Al nichel: esse vengono utilizzate negli impianti ad energie rinnovabili o come alimentatori in particolari sistemi di sicurezza.

-       
Al piombo: utilizzate spesso per particolari applicazioni come in quelle fotovoltaiche.

La procedura per il giusto smaltimento non è uguale per tutte le tipologie di batterie, ma presenta comunque delle indicazioni comuni.

Come fare il corretto smaltimento delle batterie esauste

In Italia, la normativa che disciplina lo smaltimento delle batterie esauste è il decreto legislativo 188/2008, il quale vieta la messa sul mercato di pile contenenti sostanze nocive e regola il trattamento e il riciclo delle stesse. Entrando più nel dettaglio, è assolutamente vietato smaltire le batterie esauste, di qualsiasi tipo e composizione, nel secco indifferenziato o comunque nella raccolta differenziata casalinga. In questo modo, infatti, non si contribuisce al loro corretto riciclo e si corre il rischio che queste rilascino nell’ambiente le sostanze pericolose di cui sono composte.

Per smaltire le batterie esauste, invece, i comuni mettono a disposizione degli appositi contenitori a uso gratuito. Il cittadino può trovarli in corrispondenza di alcuni punti vendita, negozi di elettronica, centri commerciali o altri luoghi di frequentazione comune e gettarvi le pile scariche o, nel caso delle ricaricabili, che abbiano esaurito la loro capacità di ricarica.

Per le aziende però non vale la stessa regola: le batterie, considerate rifiuto speciale, dovranno essere smaltite affidandosi a società autorizzate al loro trasporto, stoccaggio e smaltimento. Conviene quindi avvalersi di specifici contenitori per la loro raccolta da porre nel luogo di lavoro e, una volta pieni, organizzarne il ritiro.

Conclusione

Se smaltite correttamente, le batterie esauste possono essere riciclate separando i componenti chimici e i metalli che le compongono per riutilizzarli successivamente nella produzione di nuove batterie o in altri prodotti. Tutto questo contribuisce, come detto, alla salute del pianeta e delle persone.

Se hai ancora qualche dubbio, Panamar è a tua disposizione: contatta il nostro team e ti risponderemo il prima possibile.